PASTA CON MELANZANE E PESCE SPADA

PASTA CON MELANZANE E PESCE SPADA

INGREDIENTI PER UNA PORZIONE

50 gr. di pasta integrale
1 melanzana piccola (circa 200 gr.)
2 pomodori perini maturi
1 spicchio d’aglio
2 foglie di menta
Peperoncino
10 gr. di olio EVO
100 gr. circa di pesce spada
Sale e pepe

PREPARAZIONE

Sbucciare la melanzana, tagliarla a cubetti e riporli in uno scolapasta a riposare con del sale grosso per eliminare l’acqua e l’amaro della melanzana. Successivamente sbollentare i pomodori in acqua bollente così da poterli privare facilmente della pelle. Dopo di che tagliarli a cubetti e risciacquare le melanzane una volta trascorso il tempo necessario.

In una padella mettere un poco di olio EVO, l’aglio a pezzetti, il peperoncino, le melanzane e lasciare insaporire per qualche minuto. Successivamente unire i pomodori lasciar cuocere a fiamma moderata per 15 minuti. Quando mancano circa 5 minuti aggiungere il pesce spada tagliato a cubetti. A fine cottura condire il tutto con la mentuccia e con un goccio finale di olio EVO a crudo.

LE MELANZANE SONO DELLE VERDURE DAL POTERE DIURETICO PER IL GRANDE QUANTITATIVO DI ACQUA CHE CONTENGONO. SONO INOLTRE RICCHE DI FIBRA E, PER QUESTO MOTIVO, HANNO UNA GRANDE CAPACITÀ SAZIANTE.

Per porzione:

KCAL PRO FAT CARBO
468 140 158 170
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FAME NERVOSA? LA FORZA DI VOLONTÀ NON C’ENTRA

In genere, quando sentiamo parlare di qualcuno che soffre di frequenti attacchi di fame nervosa, il primo pensiero è che si tratti di “gola” oppure ci giustifichiamo con frasi come “sono una buona forchetta” “non riesco a controllarmi”.

Su tali basi, i consigli più comuni per evitare la fame nervosa sembrano essere:

  • Non comprare “schifezze” per non cadere in tentazione.
  • Tenere a portata di mano frutta secca o yogurt per distogliere l’attenzione.
  • Ingannare la mente, distrarsi, non pensarci.
  • Bere un bicchiere d’acqua.
  • Mettere una catena al frigorifero (!)

Avete mai provato a metterli in pratica? Scommetto di sì e scommetto anche che hanno funzionato per un periodo di tempo limitato, poi un bel giorno vi è sembrato che l’impulso di mangiare abbia preso il sopravvento e, senza rendervene conto, avete “perso il controllo”.

Posso immaginare il vostro stato d’animo: senso di frustrazione, sensazione di non valere abbastanza e di essere un fallimentoL’autostima è in picchiata libera.

Fame nervosa ed emozioni

Diciamocelo una volta per tutte: la fame nervosa ha a che fare con le emozioni, non con la forza di volontà.

Chi soffre di forte fame nervosa tende a non entrare in contatto con ciò che prova (emozioni) né tiene conto di ciò che vorrebbe (bisogni). Lo fa in maniera automatica, quasi senza rendersene conto. Sente che qualcosa gli frulla dentro, ma fatica a identificarlo. Così, quelle emozioni non indentificate prendono la forma di un’irrefrenabile voglia di mangiare.

Tutti gli attacchi di fame nervosa hanno a che fare con le emozioni inespresse, represse, negate. E quelle stesse emozioni inascoltate diventano fame e trovano la voce attraverso il cibo.

Facciamo un esempio pratico per capirci meglio.

Noi siamo dei palloncini, le emozioni sono acqua. Ogni volta in cui non abbiamo un posto in cui mettere l’acqua, la buttiamo dentro al palloncino. Quando il palloncino è pieno, straborda e l’acqua esce fuori all’improvviso, non sembra esserci modo di contenerla.

Lo stesso accade a noi: ogni volta in cui non ascoltiamo o non diamo voce a una nostra emozione (ad esempio, sono arrabbiato e mi stampo un sorriso sulla faccia), la buttiamo dentro di noi. Butta dentro un giorno, butta dentro un altro, esplodiamo e quell’esplosione corrisponde, per alcune persone, a un fortissimo impulso di mangiare.

In conclusione, la forza di volontà ha esattamente l’effetto opposto a quello sperato: più ci imponiamo di essere rigidi, più le nostre emozioni rimangono inascoltate e premono dentro di noi, fino all’esplosione (abbuffata). Lì si crea il circolo vizioso, perché il giorno dopo l’abbuffata ci si impone di essere ancora più rigidi nel seguire la dieta e questo porta ad ascoltarsi ancora meno e, quindi, a nuove future esplosioni.

Fame nervosa: cosa fare?

L’unico modo per uscire dal tunnel della fame nervosa è quello di ascoltarsi. Certo, è difficilissimo.

È possibile iniziare facendo una mappa dei diversi attacchi di fame nervosa. In pratica, dopo l’attacco è bene provare a fermarsi e cercare di capire quando si sia verificato quali pensieri stessero passando per la vostra testa e quali emozioni potessero esserci in quel momento.

Scoprirete che, con un po’ di allenamento, è possibile rintracciare un filo conduttore tra i diversi attacchi di fame nervosa. C’è chi tende a smangiucchiare perché reprime la rabbia, chi perché non tollera di rimanere da solo, chi perché si è sentito impotente e frustrato. Ognuno ha le sue ragioni e, per affrontare davvero la fame nervosa è necessario comprenderle (altro che forza di volontà!).

 

Psicologa Alessia Romanazzi

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Sindrome di Hoffa

Sindrome di Hoffa o Hoffite: una delle cause di dolore anteriore del ginocchio

La sindrome di Hoffa, detta anche Hoffite, è una condizione patologica che si caratterizza per un dolore al ginocchio in sede anteriore e che può divenire anche fortemente limitante.

Nella regione anteriore del ginocchio il legamento rotuleo collega la rotula con la tibia e partecipa ai movimenti di flesso estensione del ginocchio stesso. La rotula, posteriormente, è adagiata su una specie di cuscinetto di grasso, un tessuto adiposo detto appunto corpodiHoffa. Questa struttura è fondamentale per garantire il corretto scorrimento della rotula durante il movimento di flesso estensione.

In taluni casi, il dolore anteriore del ginocchio può essere dovuto non ad una infiammazione della rotula o del tendine rotuleo, ma proprio ad una infiammazione del cuscinetto stesso. A causa della vicinanza delle strutture tra di loro i sintomi irritativi del cuscinetto possono essere scambiati per la sindrome rotulea

Come viene la sindrome di Hoffa?

Comunemente il processo di infiammazione di questo cuscinetto è conseguente ad un trauma contusivo compressivo; in genere questo evento meccanico determina uno schiacciamento del cuscinetto adiposo tra il condilo femorale e la rotula. Il cuscinetto, irritato, si gonfia a seguito del processo infiammatorio e si pone in attrito con le strutture circostanti. In questo circolo vizioso si innesca il quadro clinico della sindrome di Hoffa. Fattori biomeccanici pertanto che possono predisporre un individuo a una tale condizione sono il recurvatum di ginocchio, un’inclinazione pelvica anteriore o un’anomala struttura muscolare del quadricipite, nonché un trauma diretto.

Sintomi della sindrome di Hoffa:

  • dolore e gonfiore intorno alla parte inferiore e sotto la rotula
  • dolore nell’iperestensione del ginocchio o nell’accosciamento prolungato

Come si cura?

Metodi tradizionali nel trattamento della sindrome di Hoffa sono:

  • riposo da corsa, balzi e posture con ginocchio piegato in modo prolungato
  • crioterapia per ridurre dolore e infiammazione
  • anti-infiammatori non steroidei e steroidei
  • kinesiterapia: tecarterapia-laserterapia
  • esercizi di rinforzo muscolare settoriale
  • taping neuromuscolare: spesso il supporto della rotula attraverso il nastro kinesiologico può ridurre l’attrito delle strutture circostanti, specie durante le attività sportive.

Andrea Pradella

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IN-FORMA!

Ciao a tutti, avremo il piacere, attraverso questo spazio, di darvi suggerimenti su come mantenervi in forma, con foto, articoli e filmati di allenamenti.

Per non perderci in chiacchiere iniziamo da subito a parlare di fitness, parola inglese che significa benessere. È ormai risaputo che una corretta alimentazione abbinata a una moderata attività fisica migliora la qualità della vita e previene l’insorgere di numerose malattie; tre allenamenti a settimana (un’ora l’uno) sono sufficienti per fare del bene a noi stessi ed avere “la coscienza a posto”, ma attenzione, la costanza e la pazienza sono fondamentali!

Spesso la gente si iscrive in palestra facendo abbonamenti annuali e dopo pochi mesi abbandona, perché non vede risultati o semplicemente si stanca.

A tal proposito, vediamo qualche piccolo consiglio per iniziare con il piede giusto e perseverare.

Prima di tutto, datevi un obbiettivo, fissando tempi e tappe intermedie per raggiungerlo. Così facendo, ad ogni piccolo risultato raggiunto, sarete più motivati a non desistere e l’obbiettivo finale non sembrerà più così lontano e irraggiungibile.

E’ fondamentale, inoltre, che il luogo di allenamento si trovi vicino a casa o vicino all’ufficio e che la borsa della palestra sia sempre in macchina, pronta all’uso.

Inoltre, i risultati si vedranno dopo almeno cinque mesi di lavoro assiduo e mirato, non cercate di ottenere tutto e subito e abbiate pazienza.

Una delle frasi più gettonate è: “ma io non ho tempo, come faccio?”. In realtà, come in ogni cosa, volere è potere, tre ore a settimana per fare attività fisica non sono nulla. Infatti, ormai, le palestre hanno orari molto flessibili, compreso il nostro Centro; sarà sufficiente svegliarsi un’ora prima la mattina (vi assicuro che un workout la mattina vi darà la carica per affrontare la giornata al meglio), oppure la sera tardate la cena e scaricate la tensione accumulata durante la giornata con una bella sudata rigenerante che solo una seduta di fitness vi può dare.

In ogni caso, la palestra non è l’unica soluzione. Nella bella stagione le giornate si allungano e il clima è ideale per sfruttare le “palestre naturali” presenti nelle nostre città: parchi, percorsi vitae e piste ciclabili ci offrono l’opportunità di fare attività fisica all’aria aperto, magari con il supporto di un Personal Trainer. Sfruttiamo quindi queste opportunità, le soluzioni sono tantissime, basta avere fantasia.

TRX, Kettlebell, manubri, fitball, bosu o elastici, sono alcuni strumenti che vi consentono di allenarvi in palestra, a casa o all’aperto, basta imparare come usarli al meglio, affidandovi ad un professionista.

Nei prossimi articoli, tanti consigli e istruzioni, su come utilizzare al massimo questi attrezzi, anche da soli. Non vi resta che partire!

Marco Malgarini

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corso spirotiger marzo 2019

Corso Spirotiger per Personal Trainer

Il 02 Marzo, presso il Centro Emmea, si terrà un corso di formazione Spirotiger per Personal Trainer: prenotati per il prossimo incontro!

Il Centro Emmea tiene regolarmente eventi di formazione e corsi di aggiornamento. Il prossimo appuntamento sarà Sabato 02 Marzo con il corso per apprendere le tecniche di ginnastica del respiro di Spirotiger.

L’evento è rivolto ai Personal Trainer e ai preparatori atletici interessati a implementare le prestazioni dei propri atleti, attraverso questo strumento.

Il corso è a numero chiuso, per info e prenotazioni telefonare al numero del Centro.

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Atleta del Centro Emmea Gallello

Atleta del Centro Emmea diventa Campione Provinciale

Saverio Gallello, vince il Campionato Provinciale di Milano di ciclocross.

Una corretta alimentazione aiuta la performance dell’atleta e Saverio Gallello ne è la prova.

Siamo orgogliosi di menzionare il suo successo al campionato provinciale di Milano, dove si è aggiudicato, con la gara di Domenica 27 Gennaio, il titolo di Campione.

L’atleta della Sc Busto Garolfo si affida da tempo ai protocolli nutrizionali sportivi del dottor Andrea Fossati. Allenamento e nutrizione sono elementi imprescindibili per una performance di alto livello.

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allenarsi a casa

Impara come allenarsi a casa, presso il Centro Emmea

Prenota la tua lezione per imparare ad allenarti a casa in totale autonomia

Che cosa serve? Un tappetino, una banda elastica e… tanta buona volontà! La dieta, a lungo andare, non è sufficiente per raggiungere la forma desiderata ed un buono stato di salute, pertanto, sarà fondamentale affiancare del moderato movimento.

A tal proposito, il Centro Emmea organizza lezioni di 3 o 4 persone per imparare piccoli trucchi per allenarsi a casa, con pochi semplici strumenti.

Chiedi informazioni e prenota la tua lezione di prova presso la nostra reception. Le lezioni verranno tenute due sabati al mese.

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pasta all'ortolana

PASTA ALL’ORTOLANA

INGREDIENTI PER UNA PORZIONE
200 gr. di zucchine
30 gr. di cipolla bionda
100 gr. di ricotta vaccina
50 gr. di farfalle integrali
12 foglie di basilico
15 gr. di olio EVO
Sale e pepe

PREPARAZIONE
Affettare la cipolla sottilissima e farla appassire lentamente in una padella con l’olio e un poco di acqua. Aggiungere le zucchine tagliate a fettine, alzare la fiamma e lasciare insaporire per 5 minuti, dopo di che aggiungere sale e pepe. Proseguire la cottura a fuoco medio per circa 20-30 minuti, unendo un poco di acqua se necessario. Una volta cotte le zucchine lasciare raffreddare.
Nel frattempo, cuocere la pasta in acqua salata. In una ciotola mescolare la ricotta con le foglie di basilico tritate finemente e con due cucchiai di acqua di cottura della pasta. Unire il composto al sugo di zucchine e lasciare insaporire.
Una volta scolata la pasta al dente, unirla al condimento preparato. Se gradite potete aggiungere un poco di basilico fresco.

E’ FONDAMENTALE CHE LA COTTURA DELLA PASTA SIA AL DENTE.
INFATTI, POCHI MINUTI DI COTTURA IN PIU’ MUTANO COMPLETAMENTE L’INDICE GLICEMICO DELLA PASTA, INNALZANDOLO VERTIGINOSAMENTE. QUEST’INDICAZIONE E’ UTILE SOPRATTUTTO A CHI SOFFRE DI DIABETE.

Per porzione:

KCAL PRO FAT CARBO
390 71 144 181
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